I fondi indicizzati sono un tipo di fondo comune o ETF (Exchange traded fund) composto da azioni o obbligazioni con l’obiettivo di replicare il rendimento di un particolare indice di riferimento. Cerchiamo di capire meglio il loro funzionamento.
Cos’è un fondo indicizzato?
Esistono migliaia di indici che tracciano i movimenti quotidiani di interi settori dell’economia. Il Dow Jones Idustrial Average è un indice composto da 30 società cosiddette blue chip (multinazionali leader nel proprio settore ritenute estremamente solide e dotate di un forte vantaggio competitivo sui concorrenti). L’indice Standard & Poor’s 500, composto da 500 grandi aziende americane, rappresenta una grandissima fetta dell’economia mondiale dato che al suo interno sono presenti gran parte delle aziende a più alta capitalizzazione come Apple, Microsoft, Amazon, Johnson & Johnson, Berkshire Hathaway, Facebook, Google etc…
E’ possibile investire in un indice tramite un fondo comune o un ETF che comprendono al loro interno tutte le società che fanno parte di quell’indice. I fondi indicizzati rappresentano un investimento passivo in quanto le azioni che ne fanno parte non vengono selezionate da un professionista ma sono determinate dall’indice di riferimento.
Perché scegliere un tipo d’investimento passivo
Immaginate di poter inglobare tutte le attività produttive del mondo in un’unica grande azienda. I profitti di questa azienda sarebbero come una gigantesca torta di cui tutti ne vorrebbero un pezzo. L’economia mondiale è composta da svariati settori all’interno dei quali operano migliaia di aziende che compongono un quadro all’interno del quale l’investitore attivo tenta di districarsi. Selezionare un ottimo investimento nel lungo periodo è molto complicato in un mondo in continua evoluzione come quello nel quale viviamo. Il peso di un’azienda o di un intero settore sull’economia cambia continuamente. Agli inizi del 1900 le ferrovie rappresentavano più di metà dell’economia mondiale, oggi meno dell’1% (dati tratti da uno studio dell’Università di Princeton del 2017). Ma non c’è bisogno di andare 100 anni indietro. Prendete l’elenco delle 30 aziende più grandi al mondo 30 anni fa e le 30 aziende più grandi al mondo oggi. Nessuna figura in entrambi gli elenchi. A causa del rapido sviluppo tecnologico prevedere con esattezza l’andamento dei mercati è impossibile. Se però possedete una parte di tutte le aziende del mondo non importa come si evolverà l’economia perché vi sarete assicurati in ogni caso una fetta dell’intera produzione economica mondiale. Facciamo un esempio. Supponiamo che in un determinato anno sommando i profitti di tutte le aziende del mondo abbiamo ottenuto 100$ e in particolare 20$ per ciascuno dei seguenti settori: finanza, industria, tecnologia, cibo e energia. L’anno successivo la tecnologia ha prodotto 30$ di profitti, la finanza 10$ e gli altri settori sempre 20$. Nessun investitore è in grado di stabilire in che modo saranno distribuiti i profitti tra i vari settori dell’economia o tra le aziende dello stesso settore, ma a noi non importa perché avendo investito in un fondo indicizzato che comprende tutte le aziende esistenti abbiamo diritto a una parte di tutta la torta. In questo esempio si è semplificato il concetto per renderlo più chiaro. Nella realtà l’economia attraversa vari cicli economici e i profitti di un determinato periodo sono influenzati da molti fattori come il debito, i tassi d’interesse ed effetti geopolitici imprevedibili. Questi particolari fattori incidono sui profitti nel breve periodo ma il rendimento sarà comunque soddisfacente nel lungo periodo, a patto che non ci si faccia prendere dal panico vendendo le proprie azioni.
Chiunque può battere facilmente Wall Street
Un fondo indicizzato all’intero mercato di una nazione o addirittura all’intero mercato mondiale garantisce di ottenere lo stesso rendimento del mercato che abbiamo selezionato. Questa strategia d’investimento garantisce il miglior rendimento possibile se si ha un orizzonte d’investimento adeguatamente lungo. Ma com’è possibile che qualunque investitore riesca a battere i professionisti di Wall Street senza alcuno sforzo? La risposta è molto semplice. Se ci si affida a un fondo d’investimento gestito da un professionista una fetta dei profitti (sempre che ci siano dei profitti) andrà al gestore del fondo, in genere tra l’1 e il 2% annuo del capitale investito. A causa della natura esponenziale dell’interesse composito la percentuale di profitti che andrà al gestore del fondo nel lungo periodo sarà molto più cospicua. Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo di investire 10.000€ in un fondo indicizzato (commissioni annue dello 0,03%) e 10.000€ in un fondo d’investimento attivo (commissioni annue del 1%). Supponiamo che entrambi producano un rendimento annuo medio del 10%. Dopo 30 anni avremo 173.071€ nel fondo indicizzato e 132.676€ nel fondo d’investimento attivo. Perché quest’ultimo ha prodotto 40.395€ (il 23,3%) in meno? Naturalmente questi soldi li ha intascati il manager del fondo. E’ come se i professionisti gestori dei fondi attivi mangiassero ogni anno una fetta della torta dei profitti che spettano agli investitori. Molte persone si affidano ai professionisti per paura di non avere le conoscenze necessarie a investire autonomamente i propri risparmi, ma è impossibile per l’ intera categoria dei professionisti produrre profitti migliori della media del mercato per un semplicissimo motivo: se un professionista guadagna più della media significa che un altro guadagna di meno dato che competono tra di loro. Inoltre non ha alcun senso affidarsi a un fondo d’investimento attivo perché seppure una particolare strategia d’investimento si rivelasse vincente per un determinato periodo di tempo, di sicuro non lo sarebbe per sempre a causa dei continui cambiamenti del mercato.
Alcuni fondi consigliati:
- Vanguard Total Stock Market ETF (VTI): comprende ben 4098 Società, la quasi totalità del mercato americano. Oggi la borsa americana rappresenta più del 50% del mercato azionario globale e data la posizione privilegiata che occupa nel mercato dell’innovazione tecnologica è difficile pensare che sul lungo periodo abbia un cattivo rendimento;
- Total World Stock ETF (VT): comprende 9454 Società, gran parte del mercato azionario globale. Dal momento che gli equilibri economici delle Nazioni e di interi continenti sono in continua evoluzione, un fondo contenente l’intero mercato globale soddisfa a pieno le due condizioni fondamentali di un investimento dettate da Benjamin Graham, il fondatore della scuola del value investment (sicurezza del capitale investito e un rendimento ragionevole);
- FTSE Developed Asia Pacific ex Japan UCITS ETF (VAPX): comprende 418 Società appartenenti ai Paesi sviluppati del Sud-Est asiatico ad esclusione del Giappone (Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda, Singapore e Hong Kong). Si tratta di aziende che operano in una zona privilegiata del mercato globale, avendo a disposizione una grande quantità di lavoratori altamente specializzati e territori ricchi di risorse naturali e strategicamente posizionati per sfruttare al meglio il commercio mondiale.
Conclusione
Investire in uno o più fondi indicizzati che racchiudano gran parte del mercato mondiale è la scelta più adatta ai piccoli investitori che non hanno alcun bisogno di dedicare il loro tempo alla selezione di singole Società sulle quali investire. In questo modo otterranno rendimenti molto migliori dedicando il loro tempo al proprio lavoro e ai propri interessi investendo costantemente parte dei loro risparmi. Seguendo una strategia di questo tipo ci si può aspettare investendo 300€ al mese con un rendimento medio del 9% annuo di ritrovarsi dopo 40 anni con un capitale di circa 1.300.000€: un ottimo fondo pensionistico e un consistente patrimonio per la propria famiglia.